Revenge Porn

Siamo sicuri che si tratti sempre di vendetta?

Revenge Porn deriva dall’unione delle parole inglesi Revenge (vendetta) e Porn (pornografico): quando parliamo di condivisione non consensuale di materiale intimo purtroppo spesso questo fenomeno viene definito solo utilizzando la parola Revenge Porn, perché è un termine più corto e più accattivante da utilizzare (soprattutto da parte dei media).

Il rischio però è quello di utilizzare un termine sbagliato e fuorviante, per diversi motivi: innanzitutto il concetto di revenge dovrebbe essere utilizzato solo se c’è la certezza di una finalità vendicativa: c’è il rischio altrimenti che le vittime e potenziali vittime non si riconoscano in quanto tali, dove invece l’articolo 612-ter non menziona in alcun punto la vendetta, che non è necessaria affinché si configuri il reato.

Parlare di Porno Vendetta, termine spesso utilizzato nelle cronache italiane, rischia inoltre di spostare l’attenzione dalla vittima al carnefice, domandandosi come mai questa persona si sia voluta vendicare, anziché riconoscere che non esiste ragione o giustificazione per questo tipo di comportamenti.

Condivisione non consensuale di materiale intimo, o IBSA (Image-Based Sexual Abuse) è un termine è più lungo, è vero: ma è una definizione allo stesso tempo chiara e accessibile, che ci permette di creare meno confusione.

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